Giacomo Leopardi……chi non lo ha mai sentito!
Anche noi, i ragazzi e le ragazze della 3A della SSPG di Dro, abbiamo studiato il famoso poeta di Recanati e abbiamo letto la sua più celebre poesia L’infinito che ha scritto nel 1819.
La vista del poeta viene ostacolata da una siepe e questo gli permette di fantasticare e meditare sul senso dell’infinito. Al di là di quella siepe si immagina spazi senza limite, silenzi profondi, il passato, il presente e il futuro e rimanere il quel posto gli dà pace.
Attraverso la tecnica del Caviardage, un metodo di scrittura poetica che aiuta a tirar fuori la poesia nascosta dentro di noi attraverso una pagina già scritta, abbiamo provato a scrivere frammenti del “nostro infinito”.
Non è stato semplice ma ci abbiamo provato e ci siamo anche divertiti.
Queste le parole di cinque nostri lavori e il cartellone che abbiamo realizzato con i nostri “capolavori” decorati a festa.
Chissà se piacerebbero a Giacomo Leopardi!
Un momento di chiasso nel cielo. Una splendida fotografia dell’infinito.
Adolescenza, un’età in cui si sorride o si piange.
Danzo in mezzo alla pace ma le nuvole di pianti alcuni giorni mi correvano contro disperatamente.
Amore, campagne, notti trascorse e quelle albe superate aspettando il pieno giorno.
L’anima e il cuore hanno perduto il senso del tempo.
Scritto da Alessio Lever e Josef Sommadossi Loner, giornalisti della 3A
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