Le patamacchine: il potere del riciclo

La Patamacchine in mostra

Il giorno 19 Aprile del 2024 alle ore 9:00 le classi 1^ di Cavedine sono andate a Vezzano per vedere la mostra sulle Patamacchine.

Durante il viaggio dalla piazza di Cavedine al teatro di Vezzano abbiamo scherzato, riso, ma soprattutto ci siamo chiesti come sarebbe stata l’esposizione.

Arrivati, abbiamo incontrato le guide che ci hanno presentato le Patamacchine, ossia macchine che sono state create con oggetti riciclati. In seguito, ci hanno invitato ad esplorare: iniziamo a curiosare e rimaniamo sorpresi da ogni creazione. Alcune erano grandi e fantasiose, altre erano per pensieri e sogni (come la macchina scacciapensieri negativi e un’altra era la macchina per analizzare i pensieri). C’era una macchina che faceva ascoltare ai ragazzi dei podcast e la voce passava attraverso dei piccoli phon. Il gioco dell’oca tecnologico: praticamente c’era un dado che girava dentro un frullatore e in base al numero che usciva c’erano dei computer con dentro delle domande di cultura generale. La bici delle stelle, “macchina” impressionante: i ragazzi dovevano salire sopra questa bicicletta e iniziare a pedalare; pedalando iniziano a girare le “stelle” (queste erano piatti e coperchi per pentole, attaccate sopra ad un grande pezzo di alluminio). 

Abbiamo visto poi altre macchine un po’ complicate da usare: erano quelle  per risolvere i litigi e poi quelle che ti facevano vedere il mondo moltiplicato e persino quelle per l’autostima. Le ultime due creazioni erano le preferite di tutti i ragazzi: il tavolo delle invenzioni dove si trovavano piccoli oggetti riciclati; alla fine della  creazione si dava un nome e si metteva il foglietto col nome in un cestino e i creatori se riuscivano le realizzavano. La macchina di tutti i tempi “la bicicletta accendiluci”: la base era quella della bicicletta delle stelle però pedalando accendevi una luce.

I ragazzi sono rimasti sorpresi da questa esperienza; finita l’esposizione hanno fatto merenda e sono ritornati a scuola per fare lezione.

Scritto da Jejda, giornalista della classe 1A della SSPG di Cavedine